La pensione, l’entrata economica di una persona al termine del percorso lavorativo dipende anche da come è stata curata, per questo una corretta pianificazione previdenziale può fare la differenza tra un pensionamento sereno e uno caratterizzato da preoccupazioni.

Tuttavia, il tempo lavorativo trascorso e le varie vicende rischiano di rendere poco chiare le effettive prospettive, che è quindi opportuno verificare e aggiornare periodicamente in modo tale da conoscere la propria posizione per tempo, per evitare di trovarsi al termine in una situazione problematica.

In ciò è noto il prezioso aiuto che danno i patronati a riguardo, ma bisogna tenere presente che ci sono degli aspetti del piano pensionistico che possono non rientrare nelle loro competenze.

Cercheremo così di indicare alcuni aspetti importanti nella preparazione della pensione, tra cui la verifica della posizione contributiva, le pensioni volontarie di supporto, i rimedi per ovviare a possibili ammanchi contributivi, il montante contributivo e la costituzione di una rendita, nonché le possibili definizioni conciliative e giudiziarie quando necessarie.

Verifica della Posizione Contributiva

Prima di tutto, è essenziale verificare la propria posizione contributiva presso l’ente previdenziale di riferimento, informazione cui può accedere direttamente l’interessato, eventualmente supportato dai patronati.

Si ha in questo modo l’ammontare dei contributi versati suddiviso per anni che costituisce il montante contributivo, cioè il patrimonio in base al quale si determina l’ammontare della pensione alla luce delle disposizioni di legge inerenti, che distinguono le pensioni retributive dalle pensioni soltanto contributive.

In questo modo si ha il quadro dettagliato dei contributi versati e dei conseguenti diritti maturati fino a quel momento. È importante controllare che i dati siano corretti e completi, e in caso di discrepanze o anomalie è consigliabile approfondirle e verificarne la causa con il datore di lavoro, per poi contattare l’ente previdenziale e correggere gli eventuali errori.

Pensioni Volontarie di Supporto

La posizione contributiva fa riferimento agli obblighi previdenziali previsti dalla legge, che cercano di garantire al lavoratore un sereno avvenire conclusa l’attività lavorativa con il versamento di importi prestabiliti e periodici a carico del datore di lavoro e del lavoratore, per i quali sono previsti anche aspetti sanzionatori nel caso di indebite omissioni.

Tuttavia una verifica periodica della posizione contributiva è consigliabile anche prima dell’avvicinarsi della scadenza lavorativa, per poter decidere con congruo anticipo se affiancare una pensione volontaria di supporto, presso enti pubblici o privati, che andrebbe ad integrare la pensione prevista tramite il versamento di contributi volontari da parte dell’interessato o di terzi.

In questo modo è possibile aumentare la rendita pensionistica o compensare eventuali periodi di lavoro non coperti da contributi previdenziali, ma anche queste andranno periodicamente verificate per accertarsi della effettiva portata.

Eventuali Ammanchi nella Posizione Contributiva

Nella verifica della posizione contributiva potrebbero risultare degli ammanchi o delle inesattezze.

In questi casi è necessario valutare preliminarmente la situazione dall’estratto conto ricavato dall’ente previdenziale cercando di risalire ai possibili motivi; successivamente ci si dovrà confrontare col datore di lavoro del periodo interessato nel caso si trovino anomalie,  per accertarne le cause e trovare la migliore modalità per ovviarvi.

Qualora l’interessato sia un lavoratore autonomo o libero professionista, dovrà farsi carico di una compiuta verifica dei contributi versati e delle causali di riferimento, tenendo anche conto delle variazioni legislative nel frattempo intervenute.

Dopo aver effettuato tali verifiche bisogna rivolgersi all’ente previdenziale per individuare il modo in cui è possibile ovviare alla situazione e garantirsi una pensione adeguata. I possibili strumenti possono essere:

– integrazioni volontarie dei contributi: si tratta di versamento di quote da parte dell’interessato o di un terzo, che devono però essere previamente verificate sia nell’ammissibilità che nella fattibilità;

– versamenti figurativi per periodi non coperti da contributi effettivi: si tratta di semplice operazione contabile che non prevede versamenti quando sussistono le condizioni espressamente previste dalla legge. L’ente previdenziale dovrebbe avervi già provveduto, ma a volte vi sono lacune e occorre espressa segnalazione dell’interessato per la completa regolarizzazione da parte dell’ente.

È possibile anche che un presunto ammanco derivi in realtà dal fatto che l’interessato abbia svolto attività per le quali i contributi pensionistici sono stati versati in diversi enti previdenziali o in diverse categorie dello stesso ente (es: per un periodo come lavoratore dipendente e per un altro come libero professionista). In questo l’interessato può presentare istanza di accorpamento dei contributi versati per unificare il montante contributivo e aumentarne la portata; tale istanza deve essere però approvata dall’ente e, in caso di rigetto, resteranno presenti distinti montanti contributivi con relative diverse rendite pensionistiche.

Costituzione di Rendita Separata

Nel caso in cui non sia possibile ovviare agli ammanchi tramite integrazioni volontarie o versamenti figurativi, se gli ammanchi dipendono da omissioni da parte del datore di lavoro, il lavoratore dovrà attivarsi presso quest’ultimo per la costituzione di una rendita separata dal montante pensionistico che ne copra in tutto o in parte le quote mancanti.

A questo proposito andrà tenuta presente la differenza che intercorre tra il riconoscimento di una rendita autonoma dal versamento una tantum di un importo complessivo determinato che sostituisca tale rendita: la rendita infatti è vitalizia e anche reversibile se previsto, mentre l’importo determinato può esaurirsi se non adeguatamente investito o se genera interessi inferiori ai bisogni cui deve fare fronte.

Definizioni Conciliative e Giudiziarie

Come si è visto, nel monitoraggio della propria situazione pensionistica, possono emergere situazioni che necessitano di interventi di vario tipo.

A volte sono sufficienti semplici verifiche presso l’ente, ma a volte occorre un confronto con il datore di lavoro,  prima di ritornare presso l’ente per il regolarizzo praticabile.

Può essere poi necessario avviare iter conciliativi con il datore di lavoro, l’ente o entrambi per raggiungere una corretta definizione e garantirsi una pensione equa e adeguata.

Tuttavia ciò non sempre riesce, non rimane così che ricorrere alle vie giudiziali, per ottenere il provvedimento spettante o la successiva conciliazione con il datore di lavoro, l’ente o entrambi.

In questo caso si dovrà essere debitamente assistiti ma è opportuno che tale assistenza ci sia fin dall’inizio, già nelle prime verifiche che negli eventuali confronti ai fini del regolarizzo, anche per meglio definire la conciliazione praticabile quando occorre e cercare di evitare, per quanto possibile, le vie giudiziali con i  connessi tempi, costi e rischi.

Servirà in materia una previa attenta valutazione delle varie possibilità, per ulteriori informazioni visita il sito dello studio legale dell’Avvocato Paolo Colombo e contattaci senza impegno.